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Carboidrati NON Colpevoli: il Problema è il Complex I

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Per decenni ci è stato ripetuto che i carboidrati fanno ingrassare, causano resistenza insulinica e rallentano il metabolismo.

Ma la verità è un’altra: non sono i carboidrati a creare il problema, bensì un metabolismo inefficiente dei carboidrati. In altre parole: non sono i carboidrati che fanno ingrassare, ma la scarsa capacità del corpo di ossidarli correttamente.

Il corpo umano è progettato per bruciare zuccheri in modo pulito ed efficiente. Quando questa capacità si perde — per carenze minerali, tossine, stress cronico o danni mitocondriali — i carboidrati diventano un peso invece che un carburante.

Per dimostrare questo concetto, voglio condividere l’esperimento all’estremo di Hans Amato, gestore di Testonation con 700 grammi di carboidrati al giorno, provenienti da 20 banane e 3 litri di latte, In totale circa 3.700 calorie al giorno.

“Ma non li è salita l’insulina?
Non li si sarà infiammato il fegato?”

Sono domande comprensibili. 

E, contro ogni previsione, non ha preso nemmeno un etto. Anzi — la sua muscolatura appariva più piena, la pelle più tonica, il viso più rilassato, la vascolarità migliorata. Tutto verificato con analisi sanguigne prima e dopo.
Tutto l’opposto delle classiche paure legate ai carboidrati.

Com'è possibile?

Ah, ma allora Hans è uno di quelli fortunati con una rara predisposizione genetica dove puoi mangiare quanto vuoi e non ingrassare mai, vero?

Il bello è che Hans Amato ha avuto molte difficoltà in passato con la digestione, sbilanciamento ormonale e tanti altri sintomi, quindi non è nato così, è diventato così.

Internet ha purtorppo demonizzato i carboidrati per decenni. Ma quando i mitocondri funzionano, i carboidrati non ti distruggono — ti nutrono.

In definitiva, il movimento Paleo è nato in base ad una disfunzione mitocondriale non riconosciuta in milioni di persone nel mondo. Essendo abbastanza scioccante, visti comunque i noti benefici della Paleo, andiamo a sviscerare meglio il metabolismo dei carboidrati.


⚡️ Carboidrati come carburante mitocondriale

I carboidrati non sono solo energia rapida: sono la forma di combustibile più “pulita” per la respirazione cellulare. Quando i mitocondri funzionano, la glicolisi e il ciclo di Krebs convertono il glucosio in ATP con altissima efficienza e minima produzione di scarti ossidativi.

Quando invece il metabolismo dei carboidrati si inceppa, il corpo entra in uno stato di metabolismo compensatorio: aumenta il cortisolo, si attiva la gluconeogenesi (produzione di glucosio dai tessuti), cala la produzione di ormoni sessuali, e il sistema nervoso entra in modalità “sopravvivenza”.

Questo è ciò che accade quando il Complesso I della catena di trasporto degli elettroni non riesce più a gestire il flusso di elettroni provenienti dal metabolismo dei carboidrati.


🔬 Cosa succede quando il Complex I rallenta

Il Complesso I (NADH:ubichinone ossidoreduttasi) è la prima “porta d’ingresso” degli elettroni nella catena respiratoria mitocondriale. È qui che l’energia chimica proveniente dal glucosio e dagli acidi grassi viene trasformata in un flusso di elettroni che alimenta la produzione di ATP.

Quando il Complesso I funziona bene, gli elettroni scorrono in modo ordinato verso il Complesso IV, generando un gradiente di protoni che viene poi convertito in ATP, la “moneta energetica” del corpo. Ma quando questo meccanismo si inceppa, succede qualcosa di molto diverso:

Gli elettroni si accumulano, l’NADH non viene ossidato, si genera un eccesso di ROS (specie reattive dell’ossigeno) e la produzione di ATP crolla.

È come se il carburatore di un’auto si intasasse: il carburante c’è, ma non riesce a trasformarsi in movimento. Il risultato è fatica, infiammazione, calo ormonale e un metabolismo bloccato, i tipici sintomi che ti spingono ad allontanarti dai carboidrati e ad avvicinarit alla dieta paleo.

Molte persone che “non tollerano i carboidrati” in realtà soffrono di disfunzione del Complesso I.
Non è un problema di volontà o di disciplina, ma di biochimica: i loro mitocondri non riescono a gestire la quantità di elettroni provenienti dai carboidrati.


🧠 I segnali tipici di un Complesso I indebolito

Quando il Complesso I non funziona correttamente, il corpo entra in una sorta di “modalità difensiva energetica”.
Ecco cosa può accadere:

• Calo della libido e del testosterone
• Aumento della SHBG (che riduce gli ormoni liberi)
• Umore depresso o irritabile
• Sensazione di stanchezza dopo i pasti
• Ansia o insonnia
• Pelle fredda, mani gelate, metabolismo rallentato
• Difficoltà a costruire massa muscolare o a mantenere tono

Tutti questi sintomi derivano da una bassa efficienza mitocondriale. Il corpo non sta “bruciando male i carboidrati” perché sono troppi, ma perché NON riesce a processarli a livello mitocondriale.

In altre parole: i mitocondri non tengono il passo con il flusso di elettroni provenienti dal glucosio.


💥 Quando l’NADH diventa un’arma a doppio taglio

Ogni volta che consumi carboidrati, il glucosio entra nella cellula e viene ossidato a piruvato, poi a NADH e FADH₂ nel ciclo di Krebs. Queste molecole portano elettroni alla catena respiratoria. Il Complesso I riceve elettroni dal NADH, mentre il Complesso II li riceve dal FADH₂ (proveniente dai grassi).

Quando il Complesso I rallenta o si danneggia, l’NADH si accumula e il rapporto NAD⁺/NADH si sbilancia. È una delle firme biochimiche più potenti dell’invecchiamento e della resistenza insulinica.

Un alto NADH e un basso NAD⁺ significano: troppi elettroni in entrata, ma poca capacità di “scaricarli”.

In pratica: il corpo ha energia potenziale, ma non riesce a convertirla in energia utilizzabile. Ecco perché molti, dopo un pasto ricco di carboidrati, si sentono stanchi invece che energici.


🔥 I segni visibili di una buona ossidazione dei carboidrati

Quando il Complesso I funziona in modo efficiente, il metabolismo dei carboidrati diventa un alleato straordinario per il corpo e la mente:

• Sonno profondo e rigenerante – grazie a un cortisolo più basso e una migliore produzione di melatonina mitocondriale.

• Umore stabile – i livelli di serotonina e dopamina si autoregolano.

• Pelle calda e colorita – segno di termogenesi attiva e buona circolazione.

• Energia costante – niente più picchi e cali improvvisi.

• Muscolatura piena e tonica – i carboidrati diventano il carburante primario per i muscoli, non il nemico.

È la condizione naturale dell’essere umano: un metabolismo flessibile, resiliente e radioso.


🌍 Perché oggi il Complesso I è più vulnerabile che mai

Viviamo in un ambiente completamente diverso da quello per cui i nostri mitocondri si sono evoluti. Ogni giorno siamo esposti a radiazioni non native (EMF), pesticidi, metalli pesanti, stress cronico, mancanza di luce solare, carenza di minerali essenziali e sonno artificiale.

Questi fattori non danneggiano solo i tessuti superficiali, ma anche la macchina energetica interna. Il Complesso I, essendo il primo nodo della catena, è quello più esposto e fragile.

Il risultato è una popolazione che metabolizza i carboidrati come se fossero tossine, mentre il vero problema è un difetto nella conversione bioelettronica dell’energia alimentare.

Non è il glucosio il nemico.
È il modo in cui i nostri mitocondri lo gestiscono.


⚙️ L’analogia della centrale elettrica

Immagina i mitocondri come una centrale che trasforma carburante (cibo) in elettricità (ATP). Il Complesso I è il primo trasformatore: se funziona bene, tutto il sistema è efficiente, luminoso e stabile. Se invece si danneggia, l’energia si disperde in calore, scintille e fumo tossico (ROS).

Questa “centrale interna” è ciò che determina quanto sei caldo, lucido, stabile e pieno di energia durante la giornata. Quando il Complesso I rallenta, è come se la tensione elettrica del corpo scendesse: tutto diventa più lento, più freddo e meno coerente.

Ristabilire l’efficienza del Complesso I significa riaccendere la scintilla dell’energia biologica.


☠️ Cosa danneggia il Complesso I

Il Complesso I è una struttura estremamente sofisticata, formata da oltre 40 subunità proteiche. Basta che anche solo una di queste venga ossidata o destabilizzata, e l’intero sistema ne risente.

Le cause principali del suo deterioramento possono essere raggruppate in quattro categorie: tossiche, genetiche, farmacologiche e fisiologiche.

1️⃣ Tossine ambientali

Viviamo in un mondo saturo di sostanze che interferiscono direttamente con la respirazione cellulare:

Rotenone e organofosfati (pesticidi): inibiscono direttamente il flusso elettronico del Complex I, riducendo l’ATP e aumentando i radicali liberi.

Paraquat e Annonacina (contenuta in frutti come graviola e pawpaw): generano ROS che distruggono le strutture ferro-zolfo del Complex I.

Metalli pesanti come mercurio, piombo e arsenico: si legano ai gruppi tiolici, disturbando i cofattori enzimatici e indebolendo la funzione redox.

Solventi industriali e microplastiche: aumentano il carico ossidativo e destabilizzano le membrane mitocondriali.

In pratica, ogni esposizione tossica — anche piccola ma continua — è come un colpo di martello sul motore energetico del corpo.


2️⃣ Farmaci che interferiscono con il Complex I

Molti farmaci di uso comune interferiscono, spesso inconsapevolmente, con la respirazione mitocondriale.

Metformina – inibitore parziale del Complex I: abbassa la glicemia ma riduce anche la produzione di ATP, motivo per cui può causare stanchezza o acidosi lattica.

Barbiturici (come l’amobarbital): bloccano il flusso di elettroni a monte del Complex I.

Doxorubicina – antitumorale che genera ROS e danneggia il DNA mitocondriale.

NSAID ad alto dosaggio (es. salicilati): possono inibire temporaneamente la funzione respiratoria mitocondriale.

Antibiotici fluorochinolonici (ciprofloxacina, levofloxacina): danneggiano il DNA mitocondriale e le proteine respiratorie.

Molti effetti collaterali cronici attribuiti ai farmaci sono in realtà disturbi bioenergetici mitocondriali.


3️⃣ Fattori fisiologici e ambientali

Non servono sostanze tossiche per rallentare il Complex I: anche lo stile di vita moderno può farlo. Tra i fattori più comuni troviamo:

  

L'articolo completo è riservato ai membri della comunità Salute Istintiva e Vera, ma puoi accedere GRATUITAMENTE al mini corso "Le 5 Fondamenta della Salute", dove scoprirai una mappa chiara per interpretare correttamente i sintomi e comprendere il tuo naturale processo di autoguarigione.